La Manovra 2023 innalza il tetto di reddito all’interno del quale si può restare nella tassa piatta al 15%, dagli attuali 65mila fino a 85mila euro.
Sulla convenienza del nuovo regime forfettario è d’obbligo fare preventivamente delle approfondite valutazioni.
Per non incorrere in scelte sbagliate che potrebbero gravare sulle imposte da versare in sede di dichiarazione dei redditi bisogna analizzare tutte le variabili possibili.
- Confronto costi e coefficienti di redditività
Dovrà essere fatta una comparazione fra costi effettivamente sostenuti e percentuale di detrazione
forfetaria riconosciuta dalla legge.
Il regime forfetario risulterà vantaggioso qualora l’applicazione dei coefficienti forfetari fornisca un risultato superiore rispetto ai costi effettivamente sostenuti dall’impresa/professionista.
- Analisi costi/ricavi
L’analisi, oltre che sull’ammontare dei costi (il regime di vantaggio sarà conveniente qualora nell’esercizio dell’attività dovranno essere sostenuti pochi costi), andrà fatta anche sui ricavi (si avrà un vantaggio maggiore quando i ricavi/compensi si avvicineranno al limite soglia).
- Detrazioni d’imposta
Una variabile molto importante, in assenza di altri redditi, sulla scelta del nuovo regime forfettario sarà senza ombra di dubbio quella delle detrazioni/deduzioni.
In presenza di eventuali detrazioni d’imposta ed oneri deducibili/detraibili (diversi dai contributi previdenziali) bisognerà valutare attentamente quali risvolti potrà avere la scelta del nuovo regime forfettario.
- Rettifica della detrazione IVA
Altro aspetto da tenere in considerazione, solo per i soggetti in regime ordinario che sceglieranno di adottare il nuovo regime forfettario, sarà quello della rettifica della detrazione IVA.